” Il beato Apostolo San Paolo – nella 2Lettera ai Tessalonicesi 4,12- ci esorta a non affliggerci per coloro che dormono, vale a dire per i nostri carissimi defunti, come in genere gli altri che non hanno speranza, s’intende la speranza della Risurrezione e della incorruttibilità eterna. Appunto per questo, l’uso costante e rispondente alla realtà della Scrittura li chiama anche ” coloro che dormono “, e così, quando sentiamo ” dormienti “, non dubitiamo che si sveglieranno, come si canta nel Salmo: Forse chi dorme non si leverà a RISORGERE? (Salmo 40). Così, per i morti, in coloro che li amano c’è una specie di tristezza, in certo modo naturale. Non si tratta di una credenza, ma è la natura che in realtà ha orrore della morte. All’uomo non sarebbe capitata la morte se non fosse stata per la pena di una colpa che l’aveva preceduta. Perciò se gli animali, creati così…
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