A ben vedere, la cosa più sorprendente dell’intero canto è la presenza di Caifa tra gli ipocriti della sesta bolgia. Sorprendente per Dante, tanto da bloccargli sul nascere il pippone contro i religiosi politicanti che gli stava partendo dopo aver parlato con due frati godenti bolognesi, Catalano dei Malavolti e Loderingo degli Andalò (vv. 109-111: «Io cominciai: “O frati, i vostri mali …”; / ma più non dissi, ch’a l’occhio mi corse / un, crucifisso in terra con tre pali»). Sorprendente per Virgilio, che l’altra volta che era stato nel basso inferno quel crocifisso non l’aveva visto e sembra non aver molto chiaro perché ora si trovi lì («Allor vid’io maravigliar Virgilio / sovra colui ch’era disteso in croce / tanto vilmente ne l’etterno essilio» vv.124-126). E sorprendente anche per me, che dalla lettura dei vangeli mi ero sempre fatto l’idea che Caifa fosse sì il più puzzone di tutti…
View original post 1.062 altre parole