Il problema è che abbiamo tutti una fottuta paura di morire. Impassibili, per non dire indifferenti, davanti alla morte degli altri – se i cinesi il loro maledetto virus se lo fossero tenuti in casa, invece di spedirlo in giro per il mondo, a chi sarebbe importato più di tanto dei loro morti? – siamo sgomenti e senza fiato di fronte alla nostra morte, quando è sentita non come una certezza teorica ma come una concreta possibilità imminente. La nostra morte e quella dei nostri cari, in proporzione alla loro prossimità con noi, ma non dimentichiamo che essa ci sgomenta e ci lascia senza fiato anche (o forse soprattutto) in quanto la sentiamo come anticipazione e caparra della nostra: la morte dei prossimi ci colpisce nella misura in cui con essi moriamo un po’ anche noi. (Non sembri cinico, quando è solo realistico).
Le generazioni del passato vivevano la…
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