Il corpo di Dante è al centro dell’attenzione, in questa prima parte del canto. Mentre si allontana dal club dei pigri e dietro a Virgilio riprende a salire su per la montagna, uno dei nullafacenti si accorge dell’ombra che proietta a terra e, strappandosi immediatamente dal suo torpore, grida: «Ve’ che non par che luca / lo raggio da sinistra a quel di sotto, / e come vivo par che si conduca!» (vv. 4-6). Dante istintivamente si volta e poi si trattiene un attimo a guardare incuriosito il gruppo delle anime che, improvvisamente tutte deste dal loro letargo, a loro volta lo guardano meravigliate: «e vidile guardar per maraviglia / pur me, pur me, e’l lume ch’era rotto» (vv. 8-9).
Questione di un attimo, e subito parte un cazziatone virgiliano di quelli coi fiocchi e controfiocchi, che credo ad ogni lettore di buon senso appaia decisamente sproporzionato: «“Perché l’animo tuo…
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