In tutto lo squallore senza rimedio della vicenda del figlio di Grillo, di cui tanto si è parlato in questi giorni, il solo punto che meriterebbe davvero un’attenzione e un dibattito pubblico mi pare che sia stato invece quasi completamente negletto. Sembra infatti che la questione decisiva sia stabilire se in ciò che è accaduto “c’era il consenso”. Se non c’era il consenso, era uno stupro, e allora tutti i protagonisti e i comprimari della vicenda, oltre a subire una severa condanna penale, vanno sepolti sotto la valanga di fango della condanna morale e della proscrizione social-mediatica (quest’ultima, peraltro, nei limiti della sua memoria, cioè pochi giorni …). Se invece c’era il consenso, cambia tutto: si entra nel sacro recinto delle libertà individuali, nella comfort zone delle preferenze sessuali che vanno obbligatoriamente coccolate e difese contro ogni minaccia moralistica e bigotta, nel tempio post-moderno dei “nuovi diritti”. Chi sei tu…
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