All’accidia, il quarto peccato capitale, è dedicata solo la parte finale del canto XVIII, ed è un peccato, perché noi in proposito avremmo un gran bisogno che Dante ci facesse scuola. Mi pare infatti che proprio l’accidia, cioè la mancanza di vigore nell’amare il bene, sia la principale malattia spirituale che oggi ci affligge. Più (e prima) che bramosi di schifezze e porcherie, siamo inappetenti del cibo buono e sano che ci farebbe vivere. Le nostre tanto vantate libidini, di sesso purchessia o di soldi o di potere, sono in realtà una ben misera cosa, del tutto secondaria alla nostra frigidità verso il Bello, il Buono, il Vero. Troppo poco cupidi del paradiso, è per questo che rischieremmo l’inferno (se non fosse per quella faccenda della Bontà infinita che ha sì gran braccia …). In fin dei conti c’è pure una parola di Gesù che dice che il…
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