«O frati miei, Dio vi dea pace» (v. 13): la natura “cristoforica” del nuovo personaggio si palesa già tutta in questo saluto, e rivela al tempo stesso il “nuovo mondo” al quale ci stiamo rapidamente avviando. Non più il “chi siete? Dove andate?” che avevamo sentito finora, e che è la norma (di prudenza!) anche nel nostro mondo, al primo imbattersi in uno sconosciuto, ma il saluto del Risorto (cfr. Gv 20,19). Nel nuovo ordine di cose, che costui in sé preannuncia, è piuttosto la condizione di Virgilio ad apparirci – ed è la prima volta che siamo indotti a vederla sotto questa luce! – davvero strana, “fuori posto”: «Come!» (v. 19).
Siamo indotti a pensare quanto la presenza di un dannato (perché tale è, in quanto per sempre escluso dalla visione beatifica di Dio, il buon Virgilio; e non dimentichiamo che questo dato, per quanto indiscusso, rimane per il…
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