«Stazio la gente ancor di là mi noma» (v. 91): questa dichiarazione d’identità, così assertiva, del personaggio finora sconosciuto che si è aggiunto ai due viaggiatori giunge quasi al termine della più dettagliata presentazione autobiografica che si trovi nella Commedia (vv. 82-93), e autocertifica, senza alcuna iattanza, una fama poetica duratura e indiscussa. Indiscussa per Dante, che, come tutti i dotti del tempo suo, collocava questo autore dell’età dei Flavi tra i massimi della letteratura latina. Ai nostri giorni, direi che la sua stima, nella borsa valori della critica letteraria, sia notevolmente ridimensionata; e sarebbe arduo sostenere che “la gente ancor lo nomi”. Per quanto mi riguarda, ammetto candidamente che, pur avendo fatto studi classici ed anche insegnato letteratura latina al liceo per molti anni, non ho mai letto integralmente nessuna delle sue opere. Presumo di averne tradotto, a suo tempo, qualche brano, di cui però in questo momento non…
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