Poiché anche il Paradiso, non meno dell’Inferno e del Purgatorio, è prima di tutto un racconto, occorre chiedersi ad ogni canto: “che cosa succede qui?”. La risposta non è scontata perché, a differenza delle altre due cantiche, qui non viene rappresentato un movimento dei personaggi nello spazio-tempo che ci è familiare. Sembra dunque che non succeda nulla, o quasi. Sembra a noi, che non abbiamo occhi per vedere ciò che accade veramente, noi che non sappiamo più che cosa sia un evento.
Qui succede che Dante sale al primo cielo e va non sulla luna – cosa che tutti sono capaci di immaginare e qualcuno anche di fare, come si è visto cinquanta anni fa – ma nella luna. Seguiamo umilmente la narrazione, verso per verso. «La concreata e perpetüa sete / del deïforme regno» – questo è ciò che siamo noi, la nostra più…
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