Avendo meditato così limpidamente sull’irrevocabilità del dono della libertà impegnata con Dio, il discorso potrebbe sembrare chiuso. Sappiamo però da Dante che, quando la nostra intelligenza raggiunge una certezza, «posasi in essa, come fera in lustra» sì, ma poi di lì balza nuovamente in avanti, protesa da nuove domande a cercare altre risposte, in una continua e mai finita ascesa verso la Verità tutta intera. Nessuna questione, di conseguenza, si può mai cnsiderare definitivamente chiusa. Ora, per esempio, si apre il problema che la «Santa Chiesa» in certi casi dispensa dai voti, il «che par contra lo ver ch’i’ t’ho scoverto» (v. 36). Bisogna quindi tornare a studiare, per comprendere che non vi è contraddizione: nel voto vi è infatti una forma, la quale consiste nella libera disposizione della volontà che si impegna a fare o a non fare, e una materia costituita dall’oggetto dell’impegno. La prima non può…
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