Il Vero volto del cardinale Agostino Bea: “ecumenista” anche prima del Concilio vaticano II
Lo svelamento dell’«enigma» bea
Prologo
In quest’articolo inizio a studiare l’evoluzione progressista prudentemente intrapresa dal cardinale Agostino Bea, a partire dal 1949, basandomi sulla documentazione desecretata, che la dottoressa Saretta Marotta ha messo a nostra disposizione nel suo interessante e ben documentato libro: Gli anni della pazienza. Bea, l’ecumenismo e il Sant’Uffizio di Pio XII (Bologna, il Mulino, 2019).
Un «enigma» facilmente spiegabile
La dottoressa Marotta spiega che «per lungo tempo l’improvvisa trasformazione di Bea da figura di spicco del pontificato pacelliano a interprete autentico di quello roncalliano è rimasta difficilmente spiegabile, non riuscendo i contemporanei a individuare nel passato del gesuita tedesco elementi che lo ricollegassero direttamente alle diverse correnti del rinnovamento teologico cattolico e in particolare agli sforzi del movimento ecumenico» (Saretta Marotta, Gli anni della pazienza. Bea, l’ecumenismo e il Sant’Uffizio di Pio…
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