Il Vero volto del cardinale Agostino Bea: “ecumenista” anche prima del Concilio vaticano II
Augustin Bea, al Vaticano II,
getta la maschera
Nel presente articolo, in cui tratto l’azione svolta – quasi alla luce del sole – da Bea durante il Concilio Vaticano II, mi servo di fonti che sono abbastanza conosciute; prossimamente tornerò a scandagliare il ruolo occulto, che il gesuita tedesco aveva giocato nel decennio che va dal 1948 al 1958, fondandomi sul libro di Saretta Marotta, Gli anni della pazienza. Bea, l’ecumenismo e il Sant’Uffizio di Pio XII (Bologna, il Mulino, 2019).
Il cardinal Bea aveva gettato la maschera e non aveva più nessuna necessità di nascondere il suo vero volto, dietro l’apparenza dell’esegeta conservatore nonché venerato confessore di Pio XII.
Oramai, papa Pacelli era defunto e non era più necessario fingere di essere un teologo pienamente cattolico e in linea con il Magistero costante della Chiesa…
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